Non sto a immischiarmi nella diatriba Craxi sì – Craxi no: non sono in grado di offrire un´analisi lucida, soprattutto per ragioni anagrafiche che mi hanno fatto vivere quegli anni a diciott´anni o poco più.

Ma in questo post rilascio un piccolo indizio di come la politica e i politicanti hanno vissuto quegli anni. Si tratta di una relazione sulla gestione dell’Avanti! da parte di Roberto Villetti (parlamentare dello Sdi sino alla scorsa legislatura) il quale diresse il quotidiano socialista dal 1989 al 1992.

È poca cosa rispetto ai veri affari della degenerazione della politica, ma rende bene l´idea dello squallore di quel sistema.

Grazie a Filippo Facci.

«In soli tre anni la perdita di gestione balza da 7 miliardi e 800 milioni nell’89 a 19 miliardi e 800 milioni nel ‘92. L’indebitamento, per il raddoppio dei costi di fornitori e banche, supera i 40 miliardi. Il capitale crolla da 950 milioni a meno 3 miliardi e 800 milioni… la sede del giornale è stata ristrutturata senza motivo da cima a fondo con una spesa di tre miliardi: pavimenti e parquet, arredo rinnovato da architetti con scrivanie da cinque milioni l’una, bagni rifatti due volte nel giro di un mese comprese le piastrellature. Per il direttore un nuovo ufficio staccato dalla redazione, bagno personale con doccia e telefono e una cucina con dispensa sempre rifornita e utilizzata anche dagli amministratori: spesa per approvigionamento, quattro milioni al mese.  Il borderò per i collaboratori ha sfondato il tetto di un miliardo e mezzo. Tra le firme eccellenti, quella dell’attuale segretario del Psi, Ottaviano Del Turco, con un compenso di 400.000 lire per ogni corsivo di trenta righe (lo stipendio mensile di un operaio era di circa un milione di lire, ndr). E ancora: Gerosa (300.000 lire), Talamona, 500.000), Baget Bozzo (500.000), Larizza (400.000), Francesco Forte (400.000), Bonito Oliva (500.000)… A ogni collaboratore, inoltre, Villetti disponeva di fornire un fax personale e l’Avanti! si fa carico delle spese telefoniche anche per l’estero… Decine di carte di credito sono state distriubuite in redazione per eventuali trasferte da inviato, ma ogni redattore è sempre rimasto in possesso della carta di credito – anziché riconsegnarla in segreteria mentre era in sede – e alla fine del 1992, secondo la relazione dell’amministratore ai soci, i rimborsi spesa hanno raggiunto la cifra di duecento milioni in 12 mesi. .. Villetti non dimenticava, per Natale, di regalare a ogni dipendente, giornalista e poligrafico, tre bottiglie di Veuve Cliquot… Nel solo 1992 la spesa per l’acquisto di metà dei giornali utilizzati (l’altra metà è costituita da copie in cambio, quindi gratuite) è stata di 205 milioni pari a circa venti testate per ogni giornalista.
Per tutto il periodo della guerra del Golfo, Villetti ha preteso la ribattuta dopo la chiusura per non perdere nemmeno un missile. E nella consueta attesa serale del bombardamento, venti persone con gli occhi puntati sulla Cnn hanno quotidianamente cenato nella sala riunioni appositamente imbandita dal ristorante «Arancio d’oro» con tovaglie bianche, stoviglie, antipasti, dessert, scelta tra vini bianchi e rossi. Abitudine, quella della cena per le ribattute, frequantatissima anche in tempo di pace… Nel 1991 Villetti decide di cambiare la veste grafica del giornale realizzata quattro anni prima da Ruffolo… Il progetto viene pagato sessanta milioni… La vicenda dell’introduzione del nuovo sistema editoriale in sostituzione della vecchia fotocomposizione lascia dietro sè il sapore del dolo. Quando entra in funzione il nuovo sistema, la smobilitazione della tipografia è ancora da avviare. Risultato: doppi costi per almeno uin anno. E un anno dopo una fattura record da parte dello stampatore di oltre sei miliardi per il solo 1992… I preventivi di marchi prestigiosi come Crossfield e Macintosh sono bocciati anche se, rispettivamente, di un miliardo e duecento milioni e settecento milioni. Viene preferita la Nica, una societò allora sull’orlo del fallimento (e fallita quest’anno) il cui presidente è amico dell’amministratore delegato. La Nica non ha mai operato nel campo dell’editoria… Il suo prevcentivo è di un miliardo e mezzo, ma dopo soli tre mesi non riesce ad andare avanti con i lavori… Sempre sotto il coordinamento di Villetti, subentrano Apis Niger, Lasermaker, Ntg… Un esercito di tecnici e di consulenti è all’opera in redazione… alcuni di essi sono stati giungere da Nottingham e sono ospitati al Plaza a spese del giornale. Villetti fa comprare tutto quel che esiste sul mercato. Ogni accessorio è suo. La spesa conclusiva sarà di ben sei miliardi per un sistema che era necessario a quaranta giornalisti e che in nessuna parte del mondo sarebbe costato più di un miliardo e mezzo. Molto materiale, del resto, è anche sparito come tutta una prima serie di personal computer che è stato letteralmente necessario riacquistare da capo… il sistema è stato giudicato sovradimensionato del cento per cento da una società di analisi industriale inviata dall’ex segretario del Psi, Bettino Craxi, per un chek-up del giornale ormai in procinto del collasso… gli stipendi non sono stati pagati per la seconda volta nel mese di ottobre. In un’infuocata assemblena viene votata la sfiducia a Villetti e si chiede al segretario del Psi, Craxi, di intervenire per rimuoverlo… (a metà novembre 1992, ndr) Craxi rende noto di aver ricevuto una lettera di dimissioni di Villetti che si dissociava da alcune scelte politiche, e di averle accettate. Da allora, comunque, ha continuato a percepire ogni mese lire 12 milioni nette di stipendio».