Lo squallore di quegli anni

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Non sto a immischiarmi nella diatriba Craxi sì – Craxi no: non sono in grado di offrire un´analisi lucida, soprattutto per ragioni anagrafiche che mi hanno fatto vivere quegli anni a diciott´anni o poco più.

Ma in questo post rilascio un piccolo indizio di come la politica e i politicanti hanno vissuto quegli anni. Si tratta di una relazione sulla gestione dell’Avanti! da parte di Roberto Villetti (parlamentare dello Sdi sino alla scorsa legislatura) il quale diresse il quotidiano socialista dal 1989 al 1992.

È poca cosa rispetto ai veri affari della degenerazione della politica, ma rende bene l´idea dello squallore di quel sistema.

Grazie a Filippo Facci.

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Ultima copertina per il Vanity tedesco

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La notizia l´abbiamo data l´altro giorno su Block Notes ma, visto che questo blog se ne era giá interessato in passato – e controllando le chiavi di ricerca che appaiono in queste ore per giungere da queste parti – la rigiriamo anche qua. L´edizione tedesca di Vanity Fair chiude le proprie pubblicazioni.

Il numero 1

Il numero 1

I portavoce di Condé Nast parlano della crisi economica che starebbe attraversando l´editore nella sua casa madre, ovvero gli Stati Uniti. Di fatto c´è che in Germania Vanity Fair (novanta dipendenti tra redattori, grafici, fotografi e impiegati) fin dall´inizio non ha offerto l´allure e non ha colpito l´attenzione dei lettori come successo in altri mercati, Italia ad esempio. Si chiude cosí un´esperienza editoriale iniziata il 7 febbraio 2007, e che non ha mai riscontrato segnali incoraggianti, né in edicola, né tantomeno tra gli investitori pubblicitari.

I quotidiani italiani all´estero: Corriere e Repubblica su tutti

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quotidianiDiscutere di carta stampata, in tempi di Internet e blog, sembra cosa per pochi eletti. Quando si parla di diffusione dei giornali all´estero, l´argomento puó rasentare il ridicolo. Tra edizioni on line, tempo reale, abbonamenti a edizioni in pdf, la ricerca di un giornale fatto di carta e inchiostro sembra cosa dell´antichitá.

Ma é chiaro che la comunitá italiana all´estero é costituita anche da persone anziane, o che comunque hanno poca dimistichezza con la Rete. Ecco che la ricerca di qualche testata tricolore diffusa all´estero puó essere interessante per questo mercato. Mercato comunque piccolo, di fronte all´estensione dei cinque continenti dove avviene la diffusione dei quotidiani italiani.

I dati in questione sono quelli denunciati dagli stessi editori attraverso la Ads, rintracciabili attraverso Prima Comunicazione: sono relativi al mese di ottobre 2008 e alla diffusione dei giornali, che nulla ha quindi a che vedere con il numero di copie effettivamente vendute.

I due principali quotidiani, Corriere della Sera e la Repubblica, mantengono le posizioni dominanti anche al di fuori dei confini nazionali: rappresentano i due piú importanti gruppi editoriali, e hanno di conseguenza la maggiore possibilitá economica di sostenere una diffusione in Europa e nel mondo, con edizioni teletrasmesse in altri centri tipografici. Il Corriere diffonde 43.456 copie, mentre Repubblica si attesta su 34.951. In terza posizione la Gazzetta dello Sport, vera e propria ambasciatrice del calcio nazionale nel mondo: 34.552 copie nel giorno medio, che salgono a 37.909 per l´edizione del lunedí. Per le altre testate si parla decisamente di bruscolini. Il Sole 24 Ore diffonde nel mondo 3.415 copie; 1.531 copie per il Giornale, e 807 copie per il torinese La Stampa. Libero, quotidiano diretto da Vittorio Feltri, riesce a diffondere fuori Italia 509 copie, mentre il Messaggero si attesta invece su appena 442 giornali diffusi.

Appena sopra il migliaio di copie per gli altri due quotidiani sportivi: Corriere dello Sport dichiara 1.110 copie (1.376 per il numero del lunedí), mentre Tuttosport diffonde 1.079 copie (1.255 per l´edizione del lunedí).

Alcuni quotidiani locali sfruttano la loro posizione di confine per aumentare tiratura e diffusione. É il caso de il Piccolo, quotidiano di Trieste che, tra Slovenia e Croazia, riesce a far giungere nelle edicole straniere 2.206 copie.

Diffusione carnevalesca

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Volevo avvisare il signor Marco Berera, dell´area commerciale della Banca di Credito Cooperativo di Barlassina (Milano), che la sua copia odierna del Sole 24 Ore é stata recapitata all´edicola della stazione centrale di Stoccarda, ovvero a 483 chilometri di distanza, e acquistata dal sottoscritto.

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Agnelli in Italia, Springer in Germania: ad ognuno la sua causa ereditaria

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Mentre a casa nostra Margherita Agnelli cerca di far valere le proprie ragioni in sede giudiziaria circa l´ereditá di suo padre Gianni, in Germania Friede Springer, quinta moglie di Axel Springer, fondatore dell´omonimo colosso editoriale (9.733 dipendenti, oltre 170 pubblicazioni presenti in 33 Paesi) riesce ad avere la meglio di fronte alla Corte d´Appello di Amburgo nei confronti del nipote Sven.

Secondo i giudici tedeschi le volontá testamentarie di Axel Springer sono state rispettate, e la signora Friede continuerá cosí a mantenere la maggioranza azionaria della Springer Verlag. Il nipote Sven si era detto vittima, all´epoca dei fatti, di una truffa, in gravitá della sua giovane etá.

In Germania la vicenda giudiziaria della famiglia Springer é andata avanti 22 anni. Chissá quanto tempo si dovrá attedere in Italia per far chiarezza sul lascito dell´Avvocato.

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FT Deutschland, quotidiano in cerca di identitá (e di un proprietario)

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In Germania i top manager, i dirigenti delle grandi aziende, i politici, ma pure tutti i semplici cittadini tedeschi che hanno a cuore – per lavoro o per proprio interesse – argomenti di economia politica, leggono Handelsblatt, il quotidiano economico piú diffuso e influente nella vita della finanza tedesca. Dal 2000 nei kiosk appare pure l´edizione tedesca del Financial Times, ma in termini di diffusione e di appeal sulla nomenklatura non ci sono i risultati sperati dall´editore. 

Tanto che sembrerebbe essere vicino il momento di una cessione da parte del gruppo editoriale inglese Pearson di tutte le proprie quote relative al Financial Times Deutschland (ovvero il 50 per cento), all´editore tedesco Gruner+Jahr, controllato a sua volta al 75 per cento da Bertellsmann, giá proprietario dell´altro 50 per cento delle quote dello stesso quotidiano.

Non male per una casa editrice fondata nel 1835 da Carl Bertellsmann per sostenere, attraverso la pubblicazione di testi religiosi e didattici, la causa del protestantesimo, e divenuta oggi un vero e proprio colosso dei media a livello europeo. A patto di restituire lustro – e copie – ad una testata dal nome glorioso, ma dai risultati ancora sottotono in territorio tedesco.

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Amour toujours, ma la politique?

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Oltre ad apprendere di tutto (e soprattutto di piú) circa la liaison amorosa tra Nicolas Sarkozy e Carla Bruni gradirei anche ricevere qualche informazione in piú circa le politiche economiche che il presidente francese vorrebbe attuare nel suo Paese. Oppure il ruolo che la Francia vuole ora avere nell´area del Mediterraneo in tema di sviluppo e lotta al terrorismo.

Vorrei che in questa mia “sete” di informazione mi aiutasse la stampa quotidiana, italiana e non, oppure i cosiddetti newsmagazine. Ma i quotidiani si stanno trasformando in settimanali (quelli che una volta si definivano rotocalchi) e riviste di gossip (ma una volta non era piú semplicemente cronaca rosa?). Forse per nasconderci la realtá dei problemi di ogni giorno, come vuole intendere Beppe Grillo? Oppure semplicemente per drogare il mercato delle vendite in edicola e della raccolta pubblicitaria? Io credo un po´ questo e un po´ quello, ma il risultato finale mi rende triste e un po´ incazzato.

Sempre in tema di “problemi dell´informazione”, vi segnalo questo post sul mio Tumblr

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Corrispondenti esteri: giornalisti o semplici traduttori?

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Pierluigi Mennitti da qualche mese ha preso dimora a Berlino, e svolge l´attivitá di corrispondente, oltre che per la rivista di cultura politica Ideazione, che ha precedentemente diretto, anche per alcuni quotidiani, tra i quali il Foglio, l´Indipendente e il Secolo d´Italia. Leggendo il suo blog, oltre ai suoi articoli, si capisce fin da subito che alla base del suo lavoro c´é la passione, dote non particolarmente sviluppata di questi tempi nella sua categoria. Di recente ha seguito le elezioni in Ucraina non da Berlino, ma recandosi di persona a Kiev, contrariamente a quanto hanno fatto firme ben piú rinomate di lui, e ha pure seguite le elezioni politiche in Polonia non dal suo ufficio in Germania, ma sempre mettendosi in viaggio alla volta della realtá su cui scrivere.

Capisco bene quindi il suo sfogo, lanciato qualche giorno fa, di fronte ai colleghi “in” delle testate “in”, e che raccontano all´Italia la realtá tedesca non andando piú in lá di una semplice traduzione di quanto viene giá pubblicato qui in Germania.

Sull´onda della recente scomparsa di Enzo Biagi abbiamo sentito la nostalgia di un certo tipo di giornalismo on the road ma, al di lá delle emozioni, non é piú una tecnica di lavoro riproponibile per il giornalismo attuale. Quelle che non possono essere alterabili dai tempi e dalle tecnologie sono invece le regole deontologiche e di onestá intellettuale che stanno alla base della professione giornalistica.

Circa un anno fa Carlo Felice Dalla Pasqua metteva in luce piú o meno lo stesso problema: abbiamo a disposizione sempre piú strumeni in grado di arricchire l´offerta di informazione, e invece si gioca sempre al ribasso in termini di qualitá, e a rimetterci sono sempre i lettori (o radioascoltatori, o blogger, o fruitori di Internet, a voi la scelta).

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Il riposo di Enzo Biagi

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Oggi molti che fanno il mio mestiere soffrono di scoliosi.
(Enzo Biagi, Corriere della Sera, 16 ottobre 2005) Rip

Renzo Barbieri, addio allo squalo del fumetto

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Ne ho appreso notizia in tremendo ritardo, scovando questo interessante blog di Roberto Alfatti Appetiti: é morto Renzo Barbieri, re dei fumetti hard e da molti considerato il maitre á penser del cosiddetto “sessualfascismo”. Qui si ripropone un articolo di Luciano Lanna – autore assieme a Filippo Rossi dello splendido “Fascisti immaginari“, dove giá si era trattata la figura di Barbieri – apparso sul Secolo d´Italia.

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Frankfurter, una foto “giovane”

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Sempre in tema di quotidiani tedeschi, dalla settimana scorsa la Frankfurter Allgemeine Zeitung (Faz), ha introdotto in prima pagina l´inserimento di una foto a colori a corredo del cosiddetto Tagesthema, l´argomento del giorno. Cosa di poco conto, quando la stragrande maggioranza dei quotidiani del mondo si stanno adeguando al full color, ma che per il prestigioso giornale di Francoforte rappresenta una vera e propria sfida culturale. Una sfida che si sta giá scontrando con lo zoccolo duro dei lettori, rappresentato da uomini d´affari, politici, letterati, intellettuali e – in genere – lettori di etá media e avanzata. Altro maquillage della prima pagina riguarda un sommario inserito all´inizio degli articoli piú lunghi (e sono molti quelli contenuti nel quotidiano di ispirazione conservatrici), mentre i titoli degli editoriali hanno abbandonato il font gotico, per lasciare spazio ad un carattere molto piú leggibile.

Al di lá della cosiddetta “sfida culturale” la Faz cerca di correre ai ripari di fronte all´erosione di copie, a vantaggio negli ultimi tempi soprattutto del diretto concorrente, ovvero la Süddeutsche Zeitung.

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Bild, a Stoccarda (e non solo) 10 cent in piú

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La Germania, si sa, é una Repubblica federale, e quindi leggi e regole possono essere differenti tra loro. Anche le regole di mercato. Cosí, da stamane, gli affezionati lettori della Bild Zeitung residenti a Stoccarda e Baden Württemberg, hanno dovuto sborsare dieci centesimi in piú, sessanta al posto della classica monetina da cinquanta cent. Stesso rialzo anche ad Amburgo e Francoforte, mentre – almeno per il momento – il prezzo del quotidiano piú discusso, e diffuso, d´Europa (circa 4 milioni e mezzo di copie vendute al giorno) rimarrá invariato a Berlino, Aachen e nel Meclenburgo-Pomerania Occidentale.

Tenendo fede alla sua linea editoriale populista, la Bild Zeitung non ha mai mancato di sparare titoli ad effetto circa aumenti di prezzi riguardanti generi alimentari, benzina e altri beni di largo consumo, oppure lamentando la stagnazione di retribuzioni e pensioni. A “tirare le orecchie” di fronte all´aumento del prezzo di copertina, addirittura del venti per cento, ci pensa il blog BildBlog, interamente dedicato a smascherare croci e delizie del giornale, che in questo post titola addirittura (in perfetto stile Bild) “Chi non legge Bild, risparmierá di piú”.

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Niente quotidiani italiani a Stoccarda, colpa del ciclismo?

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Sull´attenzione degli editori italiani verso i propri lettori, purtroppo, non nutro buone impressioni. Figurarsi dell´attenzione di questi verso i lettori all´estero. Da due giorni a Stoccarda le edicole (Kiosk) non dispongono di quotidiani italiani. Ieri – e soltanto verso le ore 14.00, con piú di tre ore di ritardo rispetto ai normali tempi di consegna – sono apparse poche copie di Tuttosport e Corriere dello Sport. Oggi invece, soltanto verso le 17.00, sono riuscito a trovare l´ultima copia del Giornale.

Peccato, perché proprio in questi giorni, in concomitanza con i campionati del mondo di ciclismo su strada, la capitale del Baden Württemberg é particolarmente frequentata da italiani: addetti ai lavori della manifestazione sportiva, e anche turisti affezionati delle due ruote. Quindi qualche copia in piú i giornali italiani la potevano sicuramente vendere in questi giorni. O forse, quelle stesse copie sono state dirottate verso Killesberg, dove ha sede il comitato organizzatore e la sala stampa degli stessi mondiali. Evenienza questa ancor peggiore: giornali a uso e consumo degli stessi giornalisti. Come dire che il panettiere si mangia da solo tutte le rosine e le baguette che produce di notte.

Post Scriptum I quotidiani francesi, inglesi, spagnoli, turchi e di altre nazioni sono sempre disponibili a ogni kiosk del centro, mondiale o non mondiale che sia.

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