Ormai da parechio tempo ci sono abituato. Non ho un riferimento politico confacente alle mie idee, alle mie aspettative, ai desideri per il futuro mio e del mio Paese. Sono un apolide, con una forte personalitá politica, ma senza alcuna precisa identificazione in un partito o movimento politico.
Continuo a professarmi liberalconservatore. Lo faccio da quando i “liberali di oggi” votavano Dc, Psi, addirittura Pci. Ricordo ancora uno dei miei primi appuntamenti con le urne: era il 1992, Berlusconi non era ancora sceso in politica, e la mia preferenza andó al Pli. Ma per un vero liberale oggi non vi é dignitá di appartenenza e di identitá partitica.
Togliamo di mezzo le ali “estreme” dell´attuale campagna elettorale, Sinistra Arcobaleno e La Destra, troppo distanti dalle mie convinzioni per storia, ideologia e programma di governo. Un approdo per cosí dire “ideale” dovrebbe essere il Partito Della Libertá, ma il bluff é visibile ad occhi chiusi. Il leader del Pdl rimane un monopolista, che sbandiera il caso Alitalia per tenere a bada gli alleati protezionisti e statalisti, e pronto a nominare un ministro dell´Economia che rinnega le tesi liberiste.
Da qualche mese esiste il Partito Democratico. Ai seguaci di Veltroni invidio la nascita di un soggetto politico attraverso un vero confronto tra Ds e Margherita, con tanto di primarie e condivisione di progetti e ideali, altro che “svolta del predellino”. Riconosco all´ex sindaco di Roma il merito di aver sviluppato una vera e propria svolta politica, costringendo il Cavaliere a inseguirlo sulla strada del “bipolarismo patacca”. Ma non sono smemorato quanto Veltroni nel sapere che il Pd é stato l´architrave del governo Prodi, ovvero di una delle sgiagure del nostro Paese (attenzione, “una”, non la sgiagura unica come qualcuno vuol far credere), e riconoscendo che il Pd propugna una linea socialdemocratica del tutto legittima, ma che poco attiene alle mie idee.
Resta Casini e l´Udc. L´ho seguito con attenzione in queste ultime settimane, lo ammetto. Tira fendenti alla sua destra come alla sua sinistra, nella piú pura logica dello scontro elettorale, si rifá ad un cattolicesimo liberale di tutto rispetto (meno rispettosa rimane invece la difesa ad oltranza di Cuffaro) e lancia proposte di governo per alcuni aspetti molto sensati. Una sola domanda, dove é stata la “verginella” Casini negli ultimi quattordici anni? Sinceramente ritengo troppo comodo smarcarsi solo ora dal padre padrone di Arcore.
Mi dispiace, ma ho deciso di non votare. Basta deleghe in bianco, basta prese in giro. Non esiste piú il bisogno del votare il meno peggio, il turarsi il naso contro qualche presunto pericolo. Rimane invece la solitudine di un apolide, di un uomo che ancora una volta non puó essere fiero di partecipare alla vita politica sostenendo una lista o un movimento in grado di tutelare a pieno titolo i propri interessi.
Su Block Notes la mappa della mia presunta dimora politica.
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